Editoriale del Segretario Generale.

Editoriale del Segretario Generale.

Silvio Novembre. Un grande uomo in prima linea al fianco dell’Avvocato Giorgio Ambrosoli (Curatore fallimentare della Banca Privata Italiana di Sindona) che sollevò il lembo di un’Italia oscura. Avere avuto il privilegio di conoscere Silvio Novembre alcuni anni fa è stato per me un grande onore. Nonostante i suoi ottantuno anni mi trovai di fronte una

Silvio Novembre. Un grande uomo in prima linea al fianco dell’Avvocato Giorgio Ambrosoli (Curatore fallimentare della Banca Privata Italiana di Sindona) che sollevò il lembo di un’Italia oscura.

Avere avuto il privilegio di conoscere Silvio Novembre alcuni anni fa è stato per me un grande onore. Nonostante i suoi ottantuno anni mi trovai di fronte una persona lucida, passionale, coinvolgente che, con i suoi racconti circa i fatti vissuti negli anni che lo videro operare in prima linea al fianco dell’Avvocato Giorgio Ambrosoli (Curatore fallimentare della Banca Privata Italiana di Sindona) sollevando un lembo di un’Italia oscura, riuscì a scuotere le coscienze, a trasmettere a tutti i presenti una carica vitale di positività ed a far rinvigorire concetti quali l’amore verso la Patria, la fedeltà verso il giuramento prestato, l’onestà ad ogni costo, anche quando condizioni personali potrebbero indurti a lasciarti andare ed a cedere a facili utilità, facendo semplicemente finta di non vedere o non capire.

Qui di seguito, alcuni passaggi del suo toccante e significativo racconto:

Nella vita ognuno di noi deve fare i conti con la propria coscienza, altrimenti la stessa si ribella. Quando la mattina ci facciamo la barba, io lo faccio ormai da anni, bisogna fare i conti con essa.

“Al fianco di Giorgio Ambrosoli ho imparato la libertà di dire di no, di poter fare il proprio dovere, di dissentire con i propri superiori quando ce n’era bisogno. All’inizio non correva buon sangue tra me ed Ambrosoli, lui era molto diffidente, ma poi scattò – lavorando gomito a gomito tra due persone per bene e dotate dello stesso concetto di onestà e di concepire il dovere – un sentimento di profonda fiducia.

L’Avvocato Ambrosoli per me divenne come un fratello, pensavamo con una testa sola e se avessimo operato singolarmente non avremmo ottenuto quei grandi risultati. Durante l’inchiesta tentarono di trasferirmi due volte. E la seconda volta ci volle l’impegno di Giorgio e quello del Pubblico Ministero Giorgio Viola per evitare che ciò accadesse.

Più volte hanno provato a comprarmi, con messaggi trasversali – alludendo anche ad importi considerevoli – ed in particolari fasi della mia vita, facendo leva sulla fragilità che vivevo in quei momenti, dovuti alla grave patologia di cui era affetta mia moglie e che di lì a pochi anni la condusse alla morte. Importi inimmaginabili, peraltro, visti i soggetti coinvolti nello scandalo, che mi avrebbero anche permesso di sistemarmi per sempre.

Io continuai nel mio lavoro, così come avevo sempre fatto.

L’importante nella vita è avere la consapevolezza di fare il proprio lavoro fino in fondo con onestà ed essere sempre aggiornati professionalmente.

Dopo la morte di Ambrosoli mi sono congedato dal Corpo per un motto di ribellione, sembrava che lo Stato fosse indifferente a tutte le morti ed agli accadimenti di quegli anni.

Poi, a sorpresa, la mia nomina nel comitato di sorveglianza della Banca Privata Italiana al quale seguì il ruolo di consulente del Banco Ambrosiano Veneto per il Crac di Roberto Calvi.

Ritengo che oggi ci siano condizioni migliori per affrontare certe problematiche ed anche un approccio diverso, molto più positivo rispetto ad allora, purtroppo la corruzione è il grosso nodo di oggi“.

A nome di tutti i dirigenti e degli iscritti SINAFI, grazie di cuore Silvio, ci hai reso umanamente molto più ricchi ed hai rinvigorito le nostre coscienze civiche.

Sit tibi terra levis

Eliseo Taverna – Segretario Generale SINAFI

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