Una festa del lavoro con il pensiero rivolto a chi ha perso la vita nell’adempimento del proprio dovere, a coloro che hanno perso il lavoro ed a chi continua a sacrificarsi per le esigenze del Paese! Una festa del lavoro, quella odierna, insolita e piena di tristezza, che doveva essere, come ogni anno, un giorno
Una festa del lavoro con il pensiero rivolto a chi ha perso la vita nell’adempimento del proprio dovere, a coloro che hanno perso il lavoro ed a chi continua a sacrificarsi per le esigenze del Paese!
Una festa del lavoro, quella odierna, insolita e piena di tristezza, che doveva essere, come ogni anno, un giorno di grande festeggiamenti in onore di tutti i lavoratori, con lo sguardo rivolto verso il futuro e con l’auspicio di conquistare nuove forme di tutela e migliori condizioni di vita e salariali. La grave crisi sanitaria, sociale ed economica in atto, invece, ci ha portato necessariamente a dedicare questo giorno a coloro che hanno perso la propria vita nell’adempimento del dovere, a chi ha perso il lavoro ed a coloro che, tra mille difficoltà quotidiane, stanno ogni giorno mettendo a repentaglio la propria incolumità per salvaguardare quella degli altri.
Una festa nata due secoli fa – il cui epilogo portò all’uccisione di numerosi manifestanti – per onorare lotte sociali intraprese per i diritti dei lavoratori, iniziando proprio da coloro che svolgevano i lavori più duri, meno nobili, mal retribuiti e senza orari: i contadini.
In tutti questi anni intercorsi da quegli anni bui ad oggi, nei vari comparti lavorativi e grazie all’attività delle Organizzazioni sindacali, evolutesi anno dopo anno, sono stati rafforzati i diritti dei lavoratori e finalmente è stata conquistata quella dignità che, al lavoratore, era stata fatta mancare per tanto tempo.
In questo processo di forte democratizzazione del mondo del lavoro, tuttavia, non sono certo mancate polemiche e nemmeno sacche di lavoratori che, a seguito di riforme del lavoro ingiuste che sono state attuate anni orsono per volontà dei poteri forti, attratti dall’esigenza di maggiori profitti per i datori di lavoro, hanno dovuto subire un arretramento delle garanzie e, a volte, persino il dover lavorare in assenza di tutele e con contratti fortemente svilenti e precari.
Nei comparti difesa, sicurezza e soccorso pubblico, seppur questa democratizzazione del peculiare rapporto di lavoro ha mosso i primi passi significativi solo a partire dagli anni ottanta, grazie alle battaglie fatte dai movimenti e dalle allora neonate Organizzazioni sindacali, sono stati colmati divari enormi ma soprattutto è stata riconosciuta la giusta dignità al lavoratore in uniforme.
Il comparto militare e, tra questi, anche la Guardia di Finanza, a causa della sua connotazione di Polizia economico-finanziaria ad ordinamento militare, ha sofferto molto di più il processo di cambiamento avviato e tuttora continua a fare i conti con le resistenze culturali che incontra verso il processo di sindacalizzazione, riconosciuto dalla sentenza della Corte Costituzionale 120/2018, nella inconsapevolezza della dirigenza che l’Organizzazione sindacale è fondamentale per far accrescere il livello dei modelli organizzativi e migliorare la performance di ogni lavoratore.
Come é noto, diversi appartenenti al SINAFI, consapevoli dell’importanza di dotare ogni settore lavorativo della libertà sindacale, si battono da più di vent’anni per i diritti del personale della Guardia di Finanza.
Oggi, tuttavia, pur non dimenticando le esigenze del personale, è il momento di guardare, con un approccio non corporativo e con profondo rispetto ed attenzione, a coloro che hanno perso la vita nell’adempimento del dovere in questo periodo emergenziale. Un giorno da dedicare a chi nemmeno osa pensare ai diritti, perché un lavoro non ce l’ha o l’ha perso a causa della grave situazione in atto, a coloro che continuano a svolgere la propria opera in silenzio tra mille difficoltà lavorative e con sentimenti pieni di incertezza.
Un particolare pensiero lo rivolgo, a nome di tutta la Segreteria e del Direttivo Nazionale, al personale del Corpo (AT-PI, Nuclei Mobili, Gruppi Operativi, Territoriali, personale Areo e Navale) che, affrontando mille difficoltà, ha garantito sempre i servizi essenziali per fare in modo che venissero rispettate le disposizioni emanate dal Governo per il contenimento dell’emergenza sanitaria in atto.
Una festa del lavoro che guardi al futuro del Paese, mediante un nuovo patto sociale che sappia contemperare esigenze dei lavoratori e dei datori di lavoro e sia finalizzato ad eliminare ingiustizie, sperequazioni sociali ed a garantire condizioni di lavoro in sicurezza.