SINDACATO NAZIONALE FINANZIERI Segreteria Nazionale Via Tagliamento nr. 9 – 00198 – Roma C.F. 96411220583 Mail:segreterianazionale@sinafi.org PEC: segreterianazionale@pec.sinafi.org Cell. 3292605371 Oggetto: Mantenimento delle procedure di contenimento e prevenzione del Covid-19 negli ambienti di lavoro, anche tramite lavoro agile. Al Comando Generale della Guardia di Finanza VI Reparto – Affari Giuridici e Legislativi Ufficio Relazioni Organismi

SINDACATO NAZIONALE FINANZIERI
Segreteria Nazionale
Via Tagliamento nr. 9 – 00198 – Roma
C.F. 96411220583
Mail:segreterianazionale@sinafi.org
PEC: segreterianazionale@pec.sinafi.org
Cell. 3292605371
Oggetto: Mantenimento delle procedure di contenimento e prevenzione del Covid-19 negli ambienti di lavoro, anche tramite lavoro agile.
Al Comando Generale della Guardia di Finanza
VI Reparto – Affari Giuridici e Legislativi
Ufficio Relazioni Organismi di Rappresentanza e Associazioni Sindacali
Sezione Relazioni Sindacali = Roma=
Ai Comandanti Interregionali ed equiparati = Loro Sedi =
Tramite PEC
Pregiatissimi,
con la presente, la scrivente Organizzazione Sindacale ritiene opportuno rendervi partecipi di crescenti segnalazioni pervenuteci da numerosi nostri iscritti (e non), alle quali ci uniamo con una certa preoccupazione, che evidenziano iniziative, sempre più consistenti, da parte di comandanti di reparto e di articolazioni ai vari livelli, finalizzate a depotenziare in modo significativo o addirittura revocare, la modalità di lavoro cosiddetto agile.
Iniziative di singoli comandanti, che sono aumentate giorno dopo giorno e si sono estese anche in altri ambiti, peraltro senza che venissero emanate puntuali disposizioni di revoca delle concessioni precedentemente accordate e con metodologie e disposizioni verbali, spesso velate, che, di fatto, hanno portato alla riduzione, in modo significativo o, in taluni casi alla revoca, di tale modalità di esplicazione della prestazione lavorativa.
Non ne comprendiamo le ragioni, sia sotto il profilo giuridico, sia sotto il piano dell’opportunità, in quanto appare del tutto evidente come il periodo emergenziale vissuto, seppur abbia segnato il passo, sia potenzialmente molto più delicato rispetto al precedente, proprio perché le “occasioni” di contagio, dovute anche a maggiore aggregazione sociale e presenza sui luoghi di lavoro, crescono esponenzialmente.
Di ciò, ne danno puntualmente conto i provvedimenti normativi di origine governativa, regionale, locale, le linee guida INAIL, i protocolli sanitari, i dossier elaborati dalle Commissioni tecnico-scientifiche, accomunate da un “cauto ottimismo”, basato su un flebile equilibrio, tant’è che alle Autorità è demandato il compito di monitorare, quotidianamente e costantemente, l’evolversi della situazione epidemiologica.
Stando così le cose, come peraltro apertamente dichiarato dall’Autorità politica, se non si continua con il rispetto delle procedure di contenimento e prevenzione delineate, sia sui luoghi di lavoro, sia nelle azioni sociali quotidiane, non è infatti esclusa una regressione alla precedente fase.
Pare, invece, che a causa di potenziali malintesi interpretativi o magari di scelte dettate dalla voglia di ritornare, frettolosamente e pericolosamente, alla c.d. “normalità”, il modello che più d’ogni altro risulta conforme e proficuo a fronteggiare la diffusione della Sars CoV2 negli ambienti di lavoro (il lavoro agile), sia stato depotenziato e addirittura repentinamente revocato o non più concesso, in diversi comandi o reparti del Corpo.
Per questo motivo riteniamo doveroso rimarcare, tra l’altro, quanto manifestamente sancito dalle ben note disposizioni governative tuttora vigenti, (puntualmente recepite dal Corpo ed esplicate nella nota normativa di diritto interno, alle quali, per brevità, si rinvia) e, cioè, che lo smart working è ritenuto una delle misure prioritarie di contenimento negli ambienti di lavoro, fino a cessata emergenza, eccezion fatta, ovviamente, per quelle attività indifferibili o “concretamente” incompatibili con tale paradigma, che richiedono necessariamente la prestazione in presenza anche per garantire i servizi essenziali.
In buona sostanza, peraltro, nulla è variato giuridicamente, al riguardo, rispetto alla precedente fase, proprio perché la graduale ripresa dovrà essere connotata sempre da particolare prudenza, al fine di non ripiombare nelle condizioni sanitarie dei mesi precedenti, con il rischio di vanificare tutti i sacrifici finora attuati dall’intera comunità.
Giova evidenziare, inoltre, come tutti i servizi pubblici, proprio per volere del Governo, operano ancora con funzionalità estremamente ridotta, tramite il lavoro agile, nonché come le attività prioritarie svolte dal Corpo, in materia economico-finanziaria, non hanno certo, al momento, la possibilità e l’opportunità di una piena ripresa a causa della grave crisi economica che ha investito il settore produttivo del Paese.
Peraltro, seppur la scelta del singolo dirigente di voler disporre un’eventuale cessazione o revoca della prestazione lavorativa esplicata tramite lavoro agile, potrebbe rientrare, per la peculiarità e specificità del personale appartenente al Corpo, nel genus degli ordini e, quindi, essere sottratto alle precipue regole di motivazione di cui alle legge 241/90, rimane tuttavia opportuno, necessario, corretto e proficuo che al dipendente interessato, che peraltro, a suo tempo, ha presentato una precisa istanza di concessione, debba essere fornito, mediante precipua comunicazione scritta, un adeguato preavviso circa il venir meno della particolare tipologia di lavoro.
La scrivente Organizzazione Sindacale, pertanto, chiede a Codesti Organi di Vertice di verificare lo stato di attuazione e mantenimento delle misure di contenimento e prevenzione, nonché di riservare la massima attenzione a “prassi insolite ed incontrollate”, attuando, nel più breve tempo possibile, ogni iniziativa utile a scongiurare il pericolo di un prematuro “ritorno generalizzato” alle modalità di prestazione lavorativa in presenza, essendo questa eventualità, da taluni già ipotizzata per i prossimi giorni e da diversi già attuata, disancorata dall’odierna realtà oggettiva, dal quadro epidemiologico in atto e dalle norme vigenti.
Diversamente, una miope e inspiegabile “fretta” di avviare i reparti alla normalità – in controtendenza, oltreché con le vigenti disposizioni sanitarie emergenziali e di sicurezza sul lavoro, anche con le più basilari regole prudenziali e di buon senso – rischierebbe di mettere a repentaglio la salute e l’incolumità del personale, dei loro familiari e, di riflesso, della comunità tutta, proprio ora che si sta guardando prospetticamente ad un progressivo ritorno alla normalità.
Fiduciosi, porgiamo distinti saluti.
Roma 30 maggio 2020
Il Segretario Generale
Eliseo Taverna