SINDACATO NAZIONALE FINANZIERI Segreteria Nazionale Via Tagliamento nr. 9 – 00198 – Roma C.F. 96411220583 Mail: segreterianazionale@sinafi.org PEC: segreterianazionale@pec.sinafi.org Cell. 3292605371 Oggetto: Incremento esponenziale dei fenomeni suicidari – “Signor Comandante Generale, c’è qualcosa che non va (più)!” AL COMANDANTE GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA GEN. C.A. GIUSEPPE ZAFARANA = R O
SINDACATO NAZIONALE FINANZIERI
Segreteria Nazionale
Via Tagliamento nr. 9 – 00198 – Roma
C.F. 96411220583
Mail: segreterianazionale@sinafi.org
PEC: segreterianazionale@pec.sinafi.org
Cell. 3292605371
Oggetto: Incremento esponenziale dei fenomeni suicidari – “Signor Comandante Generale, c’è qualcosa che non va (più)!”
AL COMANDANTE GENERALE
DELLA GUARDIA DI FINANZA
GEN. C.A. GIUSEPPE ZAFARANA
= R O M A =
Tramite PEC
Sig. Comandante Generale “c’è qualcosa che non va (più)!”.
Il nostro è l’ennesimo grido di allarme, che si aggiunge ad altrettanti, numerosi e corali, appelli formulati nel tempo, in merito a ciò che si sta registrando ultimamente: troppi Finanzieri, padri, madri, amici, apparentemente in modo inspiegabile, decidono di salutarci per sempre, lasciando vuoti incolmabili che, oltre a doverci far riflettere, suonano come una richiesta di aiuto a cui ognuno di noi non può e non deve sottrarsi, a prescindere dalle motivazioniscatenanti l’estremo e innaturale gesto.
Il freddo dato statistico di questi giorni e la cronaca ci restituiscono un quadro drammatico, con numeri, freddi come la statistica, che lasciano sgomenti e senza parole (e noi, in rispettoso silenzio per le vittime e i familiari, non ne vogliamo profferire).
Il Corpo sta sperimentando da anni alcune misure volte a tentare di comprendere e contenere il fenomeno, ma le stesse sembrano non abbiano sortito alcun effetto (il trend è in crescita), complice, probabilmente, da un lato la lentezza dello sviluppo delle misure ipotizzate e dall’altro l’intrecciarsi, moltiplicarsi e concatenarsi di “elementi scatenanti” legati soprattutto al contesto sociale ed ai fatti nefasti che, spesso, lo connotano.
Non siamo nella posizione di poter discettare intorno ad argomenti così delicati che presupporrebbero una profonda competenza scientifica e settoriale; tuttavia sentiamo il dovere di formulare alcune osservazioni, a integrazione di quelle già offerte in precedenti occasioni, sul piano squisitamente umano e organizzativo, che, ci auguriamo, possano fungere quantomeno da spunti riflessivi e proattivi.
Sig. Comandante Generale, conosciamo bene la Sua sensibilità su certi drammi, così come è a noi ben noto il Suo personale impegno volto a contrastare questo tragico e dilagante fenomeno ma è arrivato il momento, a fronte di eventi così drammatici, di mettere in campo iniziative urgenti, mirate e straordinarie.
È probabile che la maggior parte delle con-cause siano da innestarsi in ambienti extra lavorativi; ciò nondimeno, a parer nostro, la Guardia di Finanza, Corpo di polizia economico finanziaria a “vocazione sociale”, ora deve porsi molti altri interrogativi, ancora privi di risposta, con il coraggio di assumereanche diverse modalità di approccio ed anche cambiamenti organizzativi.
Siamo dell’avviso che occorrano una serie di ulteriori riflessioni e conseguenti iniziative e progetti “concreti” che tengano conto – in via trasversale – proprio delle caratteristiche che contraddistinguono questo difficile periodo, favorendo un nuovo paradigma culturale e umano all’interno dell’Istituzione.
Ciò che, concretamente e tempestivamente Le chiediamo, è di investire il più possibile sul trinomio “sicurezza-prevenzione-protezione” del personale, perché – ancora una volta in via trasversale – queste tematiche sono ciò che più da vicino trattano o possono aiutare a comprendere e prevenire il dilagare di tragici fenomeni come quelli in questione, mutuando l’esperienza maturata in altre realtà e specificandone taluni aspetti connessi ai tipici rischi del nostro comparto, come già abbiamo avuto modo di suggerire in passato, anche in sede parlamentare (il D.Lgs. 81/2008 e ss.mm. tratta, invero, principalmente di “rischi” tipici dell’impresa privata, solo marginalmente sovrapponibili a quelli a cui quotidianamente un operatore di polizia si espone).
La sicurezza non deve essere vista come un “costo”, anzi, è vero proprio il contrario: essa garantisce il benessere psicofisico del personale, l’efficienza organizzativa e cospicui risparmi valutabili in termini economici e, soprattutto, umani.
A latere, vale la pena precisare che, sotto il profilo squisitamente relazionale, al di là dei “fiumi di inchiostro” scorsi per trattare anche questa materia a livello di direttive interne, sarebbe il caso di interrogarsi – specie in momenti “non emergenziali” o comunque routinari – se atteggiamenti, di chiusura verso l’altro o d’indifferenza, contribuiscano ad aumentare il rischio da “Stress lavoro correlato” e connesso “Disturbo post traumatico da stress” (D.P.T.S.) o di disagio sociale, quale potenziale causa/con-causa d’insorgenza/aggravamento proprio di quel profondo malessere interiore cui qui ci riferiamo, seppur scaturente da contesti familiari o amicali.
Certo è che, specie in questa cornice appena tratteggiata, un clima da caccia alle streghe non solo non porta nulla, ma anzi risulterebbe deleterio per l’Istituzione e per i singoli di cui essa consta.
Perciò, fermo restando quanto detto, sarà senz’altro d’accordo sul fatto che necessiti, quale humus imprescindibile anche a fini contenitivo-preventivi, una costante azione volta a favorire il consolidamento della cultura del rispetto e della fiducia dei lavoratori Finanzieri, da perseguire con ulteriore e novello slancio rispetto al passato, mirando a promuovere quei comportamenti e atteggiamenti virtuosi – supportati da evidenze scientifiche applicate a modelli manageriali – che privilegino, ad esempio, una maggiore apertura al dialogo e all’ascolto, la valorizzazione del lavoratore come singolo e nell’organizzazione, l’equità, il diritto a una formazione/informazione, nonché azioni di protezione di quei colleghi che versano in situazioni di forte disagio familiare, economico e sociale.
Inoltre, Le chiediamo di farsi latore affinché vengano in tempi celeri intraprese discussioni approfondite nelle sedi legiferanti e governative che portino a traguardi epocali per il comparto Sicurezza, perseguendo con forza e determinazione l’obiettivo di garantire la massima “sicurezza-prevenzione-protezione” possibile allo stato dell’arte, scardinando sul nascere motivazioni dilatorie (o, peggio, negatorie) di diritti inviolabili e costituzionalmente garantiti a presidio della vita e dell’incolumità personale.
Riteniamo, dunque, che, in aggiunta alle azioni già messe in campo dal Corpo per fronteggiare i tristi fenomeni in parola, debbano fare ingresso nuove e straordinarie misure e, soprattutto, approcci innovativi, condivisi e lungimiranti alla complessa tematica che, nell’ambito lavorativo favoriscano il potenziamento di ogni azione di tutela del personale, instillando un giustificato sentimento individuale di sicurezza e distensione – specie nei rapporti di colleganza/gerarchici, oltreché nei compiti affidati – rivisitando, in un’ottica di snellimento e chiarificazione, una serie di modelli lavorativi e procedure obsoleti e, spesso, farraginosi, che contribuiscono ad alimentare quel senso di malessere interiore che interagisce con altre con-cause “tossiche” di diversa origine e natura.
Sig. Comandante Generale, se è pur vero che la maggior parte delle volte questi eventi nefasti originano e si sviluppano, nella loro drammaticità, da contesti privati, è altrettanto vero che troppo spesso si registrano, da parte di una fetta significativa di dirigenti, indifferenza ed un’azione di comando impermeabile alle peculiari problematiche del personale.
Ne sono testimonianza le continue segnalazioni che riceviamo ogni giorno dal personale iscritto e non.
Questa Organizzazione Sindacale, infine, ritiene, fermamente, che coloro che rappresentano il personale possano dare enormi contributi, assertivi, proattivi, costruttivi e collaborativi, e proprio per queste ragioni Le chiede un incontro urgente, al fine di confrontarsi proficuamente sulla delicata tematica e ipotizzare importanti iniziative di sostegno a favore di coloro che versano in situazioni di forte disagio, da mettere in atto per contenere il fenomeno suicidario all’interno del Corpo.
Con fiducia, restiamo a Sua disposizione.
Gradisca distinti saluti.
Roma 21 settembre 2020
Il Segretario Generale – Eliseo Taverna