La Segreteria Nazionale ha incontrato i colleghi di San Giovanni a Teduccio per testimoniare loro la vicinanza del SINAFI

La Segreteria Nazionale ha incontrato i colleghi di San Giovanni a Teduccio per testimoniare loro la vicinanza del SINAFI

Una giornata semplice ma ricca di significati, quella trascorsa Lunedì scorso insieme agli attivisti SINAFI della Sezione Regionale Campania (Maurizio Marra, Giuseppe Zarra e Ciro Spataro) e agli iscritti di San Giovanni a Teduccio che le scorse settimane sono stati protagonisti di un impegnativo e delicato intervento di contenimento, successivamente tradottasi in una misura cautelare,

Una giornata semplice ma ricca di significati, quella trascorsa Lunedì scorso insieme agli attivisti SINAFI della Sezione Regionale Campania (Maurizio Marra, Giuseppe Zarra e Ciro Spataro) e agli iscritti di San Giovanni a Teduccio che le scorse settimane sono stati protagonisti di un impegnativo e delicato intervento di contenimento, successivamente tradottasi in una misura cautelare, nei confronti di un cittadino extracomunitario che armato di coltello e di pistola, solo successivamente rivelatasi una scacciacani, aveva messo in atto una serie di reati.

Nonostante le ripetute intimazioni proferitegli dai colleghi a gettare le armi e a fermarsi, il cittadino extracomunitario si é scagliato contro i colleghi in uno stato di evidente alterazione psicologica cercando di accoltellare uno di loro.

Solo grazie all’utilizzo delle armi in dotazione, utilizzate dapprima a scopo deterrente e successivamente per bloccare e rendere innocuo il facinoroso rivelatosi completamente fuori controllo, incurante e refrattario agli inviti intimatigli, lo stesso veniva immobilizzato e tratto in arresto. Nonostante le ferite da arma da fuoco, inoltre, lo stesso con il coltello da cucina che stringeva saldamente in mano, riusciva successivamente a ferire uno dei colleghi intervenuti e dopo essere stato tratto in arresto a ferire anche il personale sanitario del nosocomio nel quale era stato trasportato.

Una vicenda molto delicata che ha assunto un certo tipo di epilogo solo grazie alla preparazione, alla professionalità e al sangue freddo mostrato dai colleghi intervenuti e che fa tornare alla ribalta della cronaca l’esigenza di rivedere le regole d’ingaggio del personale delle FF.PP., nonché di ottenere dotazioni e equipaggiamenti che possano permettere di effettuare interventi di contenimento in sicurezza e senza mettere inutilmente a repentaglio la loro incolumità.

Proprio su questo tema e sull’ipotesi fatta ventilare, ancora una volta, nei giorni scorsi, di voler appore il numero identificativo sui caschi e sulle divise del personale delle FF.PP. in servizio di OP la segreteria nazionale SINAFI ha scritto ai Ministri dell’Economia, della Difesa e dell’Interno e al Comandante Generale affinché si facciano promotori di uno specifico confronto, in seno al Governo e al Parlamento, volto a scongiurare tale ipotesi e di contro rivedere le regole d’ingaggio degli operatori.

A chi ci accusa di essere corporativi e noncuranti dell’esigenza di trasparenza avanzata da tempo da taluni, rispondiamo che siamo perfettamente consapevoli che in diversi Paesi già da tempo sono state inserite le citate numerazioni identificative, ma le stesse sono state anticipate da anni da regole d’intervento molto ferree e precise a tutela degli agenti, nonché da specifiche dotazioni quali Taser, body cam e spray urticanti.

Pertanto, nessun cedimento a tale ipotesi se non verranno prima rafforzate legislazione, regole d’ingaggio e d’intervento.

La segreteria Nazionale SINAFI

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