Ricorso Previdenza complementare e risarcimento del danno. Gli studi legali pronti alla presentazione della messa in mora e costituzione in giudizio

Un’iniziativa targata SINAFI e volta al riconoscimento, in via giurisdizionale, del danno subito a causa del mancato avvio del secondo pilastro della previdenza, quella “complementare prevista dalla legge Dini, che ha riformato fin dal 1995 il sistema di calcolo dei trattamenti pensionistici. Proprio a causa dell’indifferenza mostrata in questi tantissimi anni dalla classe politica che

Un’iniziativa targata SINAFI e volta al riconoscimento, in via giurisdizionale, del danno subito a causa del mancato avvio del secondo pilastro della previdenza, quella “complementare prevista dalla legge Dini, che ha riformato fin dal 1995 il sistema di calcolo dei trattamenti pensionistici.

Proprio a causa dell’indifferenza mostrata in questi tantissimi anni dalla classe politica che colpevolmente non ha avviato i fondi pensione di comparto, il personale si ritroverà ad avere una pensione decisamente meno ricca.

Per queste ragioni, il SINAFI ha avviato tramite gli studi legali Agnelli e Partners e Tedeschi, dei ricorsi giurisdizionali per tentare di far riconoscere agli iscritti che hanno inteso aderire al ricorso un risarcimento del danno per mancato avvio della previdenza complementare.

Un’azione, che unita ad analoghe iniziative legali intraprese anche da altri sindacati di Polizia e alle continue rivendicazioni su tale tematica, ha già portato il Governo ad affermare, nella recente legge di bilancio approvata, la sperequazione esistente nei trattamenti pensionistici del personale del comparto e, quindi, la creazione di un fondo perequativo dedicato, proprio in relazione alla specificità del personale delle Forze di Polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, riconosciuta ai sensi dell’articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, con una dotazione di 20 milioni di euro per l’anno 2022, 40 milioni di euro per l’anno 2023 e 60 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024”.

Un fondo senza alcun dubbio non sufficiente, con le risorse appostate, a ristorare le sperequazioni esistenti, ma senz’altro strategico perché permanente e confermativo per la prima volta dell’esigenza di perequare, integrare e compensare i trattamenti pensionistici del personale del comparto.

La sfida che ci attende, sia politica, sia nei Tribunali Regionali, quindi, non é certo facile, ma ne vale senz’altro la pena di combatterla, nella piena consapevolezza che questa pressione giudiziaria e politica ha già portato i suoi primi frutti.

Entro questa settimana verranno depositati gli atti di messa in mora nei confronti del Ministero della Pubblica Amministrazione e a seguire, trascorso il periodo per il silenzio rifiuto, gli studi legali procederanno a depositare in tutti i TAR Regionali i ricorsi per risarcimento del danno.

La Segreteria Nazionale SINAFI

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