La prevenzione dei disagi psicosociali tra gli Operatori di Polizia. Il Progetto ascolto amico SINAFI sarà un mezzo per aiutare a prevenirli e contenerli.

La prevenzione dei disagi psicosociali tra gli Operatori di Polizia. Il Progetto ascolto amico SINAFI sarà un mezzo per aiutare a prevenirli e contenerli.

Editoriale del Segretario Generale La tematica dei disagi psicosociali tra gli operatori di Polizia é stata fortemente dibattuta nel corso degli anni e continua tuttora a tenere vivo il dibattito nella considerazione che nonostante siano state intraprese diverse iniziative dalle Amministrazioni per cercare di contenere e gestire il fenomeno, esista una sacca molto importante di

Editoriale del Segretario Generale

La tematica dei disagi psicosociali tra gli operatori di Polizia é stata fortemente dibattuta nel corso degli anni e continua tuttora a tenere vivo il dibattito nella considerazione che nonostante siano state intraprese diverse iniziative dalle Amministrazioni per cercare di contenere e gestire il fenomeno, esista una sacca molto importante di disagi – alcuni dei quali evidenti, altri latenti, che derivano principalmente dalla peculiarità del ruolo – che ogni giorno colpiscono gli operatori, solidificandosi e stratificandosi, talvolta fino al punto da condurre in una condizione psicopatologica.

I lavoratori che rientrano nelle professioni d’aiuto, infatti, sono di per sé maggiormente esposti a quei pericoli psicosociali che se non contenuti e gestiti, rischiano di sfociare in patologie vere e proprie, alcune delle quali con effetti devastanti sotto l’aspetto fisico e psicologico.

Per queste ragioni é fondamentale analizzare e migliorare la prevenzione dei fattori di rischio da stress lavoro correlato mediante l’implementazione della qualità dei processi di lavoro, del clima organizzativo degli ambienti lavorativi, la riduzione dei fattori di rischio che derivano dallo svolgimento di turnazioni diuturne, l’attenuazione del forte pendolarismo svolto per tanti anni – con percorrenze chilometriche elevate per espletare la propria prestazione lavorativa – della corresponsione corretta delle ricompense e delle azioni premiali e, non da ultimo per importanza, educare, informare, vigilare e intervenire tempestivamente sugli effetti psicologici che derivano dallo stress da eventi post traumatici in cui l’operatore é stato coinvolto.

Parimenti, risulta fondamentale mettere in campo nuove strategie, partendo dall’ascolto attivo dell’operatore, anche da parte degli stessi colleghi che lo circondano e che con esso spesso condividono la maggior parte della giornata, al fine di cogliere segnali di eventuali disagi personali o familiari che seppur non originino dalla sfera lavorativa, possano mescolarsi con le difficoltà che s’incontrano negli ambienti di lavoro e costituire quel punto d’innesco che porta all’esplosione di vere e proprie patologie, talvolta anche devastanti e difficilmente reversibili.

Esiste, inoltre, un problema non certo marginale che riguarda la rigidità delle norme oggi in vigore, che disciplinano il percorso eventualmente necessario all’operatore di Polizia per superare la fase del disagio, poiché lo pongono direttamente fuori dal lavoro attivo facendolo piombare, dall’oggi al domani e a prescindere dalla gravità del problema, in una condizione di “malato psicologico”, con troppa facilità e con un inevitabile distacco dal peculiare contesto lavorativo e sociale, al quale fino a quel momento ha dato tutto se stesso.

Alla luce di ciò, la Segreteria Regionale SINAFI Lazio, in sinergia con la Segreteria Nazionale, ha deciso di avviare un progetto denominato “Ascolto amico. La prevenzione dei disagi psicosociali tra gli operatori di Polizia” che verrà presentato a Roma il 5 aprile p.v., in occasione di un convegno dedicato e che, nei mesi scorsi, ha visto fornire ad un numero significativo di dirigenti e attivisti SINAFI una informazione/formazione di base, a cura di esperti psicologi e psicoterapeuti.

Gli incontri informativi/formativi, oltre a trattare le varie forme di disagio, le cause e l’importanza dell’ascolto, sono stati accentrati sulla necessità di mettere in atto “un ascolto attivo e un supporto tra pari” volto a cogliere la presenza di eventuali disagi sociali tra i colleghi, nonché a dare “un primo supporto”, in base alle proprie esperienze già vissute e alle abilità acquisite, anche semplicemente per aiutare a metabolizzare e gestire il disagio/trauma che si sta vivendo, ovviamente non certo con un ruolo clinico che invece é riservato a psicologi e psichiatri e ai quali é sempre necessario indirizzare coloro che vivono forme di disagio.

Il progetto ha portato alla stipula di numerose convenzioni con esperti psicologi e psicoterapeuti in tutta la Regione Lazio per l’erogazione di prestazioni a prezzi calmierati e con metodologie di accesso agevolate.

Oltre allo scrivente, all’evento interverranno il Segretario Regionale SINAFI Lazio Massimo Massaro, gli Psicologi Anastasia Pezzella, Silio Limiti, Emiliana Feroli, Violante Veronesi, Domenico Giuseppe Bozza, nonché la Sen. Rossella Accoto – Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le Politiche Sociali e vedrà la partecipazione della Segreteria Nazionale e Regionale Lazio SINAFI, Segretari delle OO.SS. civili e militari, giuristi, accademici e numerosi iscritti SINAFI.

Nei mesi prossimi il progetto avviato nella Regione Lazio verrà esteso a tutto il territorio nazionale e presentato in un convegno a carattere nazionale con la partecipazione di personalità di spicco nel mondo accademico, politico e sindacale.

La tematica, peraltro, é fortemente attenzionata da tante Organizzazioni Sindacali delle Forze di Polizia civili e militari del comparto, che il mese prossimo si incontreranno a Roma in un’assise per confrontare le proprie esperienze maturate nel corso degli anni e individuare le soluzioni, anche legislative, da sottoporre alle Amministrazioni e alla politica.

Eliseo Taverna – Segretario Generale SINAFI

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