Il Sinafi è stato destinatario di numerose segnalazioni da parte del personale, iscritto e non, in merito agli effetti dell’applicazione della cosiddetta “Legge Nordio” al personale militare.
Come noto, con la modifica dell’articolo 1051 del Codice dell’Ordinamento Militare, al personale delle Amministrazioni della Difesa (Forze armate e Arma dei Carabinieri) la valutazione per la progressione di carriera è sospesa qualora nei suoi confronti sia stata emessa, per delitto non colposo, una sentenza di condanna di primo grado, una sentenza di applicazione della pena su richiesta, ovvero un decreto penale di condanna esecutivo.
Per il personale della Guardia di Finanza invece, come anche per quello della Polizia di Stato, la valutazione per l’avanzamento è sospesa nel caso in cui si sia stati rinviati a giudizio o ammessi a riti alternativi per delitto non colposo.
Ciò in ragione della diversa normativa di riferimento, individuabile nel Decreto Legislativo n. 199/1995 per la Guardia di Finanza e nel Decreto Legislativo n. 334/2000 per la Polizia di Stato.
Nell’evidenziare la palese sperequazione tra personale appartenente al medesimo comparto sicurezza e difesa, il Sinafi ha quindi chiesto al Comando Generale di farsi parte attiva, anche in sede parlamentare, al fine di pervenire alla giusta equiparazione della normativa in materia di progressione di carriera del personale che versa in tali situazioni, eliminando un evidente disallineamento che deprime le legittime aspettative del personale del Corpo.
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