Congresso Nazionale SINAFI. “Dalla lungimiranza di un circoscritto gruppo di finanzieri è nata una grande realtà associativa per un’altrettanta grande prospettiva sindacale”.

Congresso Nazionale SINAFI. “Dalla lungimiranza di un circoscritto gruppo di finanzieri è nata una grande realtà associativa per un’altrettanta grande prospettiva sindacale”.

I° CONGRESSO NAZIONALE SINAFI – 25 E 26 GIUGNO 2021 “Dalla lungimiranza di un circoscritto gruppo di finanzieri è nata una grande realtà associativa per un’altrettanta grande prospettiva sindacale”. Marzo 2019 – Giugno 2021 Le premesse. E’ quasi ormai “storia” la costituzione, il 2 marzo 2019, del Sindacato Nazionale Finanzieri ad opera di circa 150

I° CONGRESSO NAZIONALE SINAFI – 25 E 26 GIUGNO 2021

“Dalla lungimiranza di un circoscritto gruppo di finanzieri è nata una grande realtà associativa per un’altrettanta grande prospettiva sindacale”.

Marzo 2019 – Giugno 2021

Le premesse.

E’ quasi ormai “storia” la costituzione, il 2 marzo 2019, del Sindacato Nazionale Finanzieri ad opera di circa 150 uomini e donne delle fiamme gialle giunti a Roma da ogni parte d’Italia per dare corpo ad un progetto ideato, sviluppato e portato avanti da alcuni anni da un gruppo di “visionari” finanzieri che avevano costituito l’Associazione Culturale Sicurezza Cum Grano Salis, tutti uniti dagli stessi valori ed obiettivi.

Più di settant’anni di ingiusta privazione dei diritti sindacali, sanciti dalla Carta Costituzionale per tutti i lavoratori, inclusi coloro che indossano un’uniforme, non avevano infatti minimamento scalfito la loro volontà di godere appieno dei diritti costituzionali, rinvigorendo invece la loro volontà di potersi associare democraticamente, seppur con la consapevolezza del ruolo rivestito, per poter rappresentare al meglio gli interessi economici e sociali dei finanzieri.

Il tutto, come noto, è stato poi possibile in virtù della sentenza della Corte Costituzionale n.120/2018 che ha permesso la nascita delle associazioni sindacali tra il personale militare, dando così impulso allo sviluppo di un nuovo sistema di relazioni tra il personale e le Amministrazioni di appartenenza, secondo logiche più tipicamente sindacali.

La prima fase.

Nelle more dell’emanazione della norma che dovrà regolare questo nuovo sistema di relazioni e dare piena agibilità alle neo costituite associazioni sindacali, il Sindacato Nazionale Finanzieri ha inteso comunque improntare la propria linea d’azione su competenza, organizzazione, informazione, trasparenza, onestà intellettuale e rispetto della legalità, ritenendo che fosse necessario rendersi credibili ed autorevoli nel panorama dei neo-costituti sindacati tra il personale del Corpo.

Ne è nato un sindacato, il Si.Na.Fi., che rappresenta donne e uomini delle fiamme gialle che hanno tra i loro compiti prioritari, in termini generali, quello di tutelare le entrate e le uscite dello Stato e dell’Unione  Europea e che pongono al primo posto del loro agire quotidiano, sotto tale profilo, azioni che guardano all’interesse collettivo, mediante la lotta all’evasione e all’elusione fiscale e che vedono la propria opera finalizzata al raggiungimento di una redistribuzione della ricchezza mediante un sistema fiscale più equo ed efficiente.

Per la nostra compagine sindacale sarebbe stato facile percorrere scorciatoie che, con ogni probabilità, avrebbero permesso di conseguire eccellenti risultati immediati, meramente in termini di iscritti ma che, certamente, sarebbero state controproducenti nel medio-lungo termine sotto il profilo del consolidamento e della continuità d’azione. Il SI.NA.FI., per quanto attiene più direttamente alla condizione lavorativa del personale, ha invece da subito imboccato la strada più impervia del confronto diretto con l’Amministrazione, con spirito costruttivo e collaborativo, ma sempre con fermezza e evidenziando tutte le criticità rilevate dall’osservazione diretta sull’applicazione delle norme contrattuali e dalle segnalazioni provenienti dai propri soci.

Il consolidamento.

Tale approccio professionale e responsabile ha permesso al Sindacato Nazionale Finanzieri di divenire un chiaro punto di riferimento per gli appartenenti al Corpo ed un interlocutore imprescindibile dell’Amministrazione, nell’ambito di un costante processo di crescita e di consolidamento organizzativo.

Due anni trascorsi dalla costituzione del SINAFI hanno permesso infatti – nonostante le forti resistenze al cambiamento mostrato dalle amministrazioni e la colpevole indifferenza della classe politica, nonché grazie al lavoro svolto da tanti attivisti presenti su tutto il territorio nazionale che hanno dedicato tempo e passione a questo progetto – di tutelare il personale della Guardia di Finanza, senza mai abbandonare, nelle tante azioni poste in essere, i canoni dell’equilibrio, dell’imparzialità e della serenità di valutazione e giudizio.

Proprio l’impegno profuso e questo modo d’agire, hanno permesso al Sindacato Nazionale Finanzieri di incrementare progressivamente il numero dei propri associati fino a raddoppiarlo in meno di due anni, rappresentando migliaia di colleghi su tutto il territorio nazionale. Il raggiungimento di questo ragguardevole esito è la risultante di un processo inclusivo, voluto dalla dirigenza SINAFI, locale e nazionale, di valorizzazione della partecipazione democratica per consentire agli iscritti, attraverso le loro segnalazioni, di sentirsi protagonisti non solo della voglia di cambiamento ma del cambiamento stesso. E questa dovrà essere la linea anche per il futuro.

Le prospettive.

L’iter legislativo della norma che, come detto, dovrà regolare il nuovo sistema di relazioni e dare piena agibilità alle neo costituite associazioni sindacali si sta rivelando colmo di insidie e di ostacoli che il gruppo dirigente del Sindacato Nazionale Finanzieri ha cercato e sta cercando di superare con innumerevoli iniziative di sensibilizzazione di tutte le parti interessate, concretizzatesi nell’audizione presso le Commissioni parlamentari, nella presentazione di emendamenti, in incontri con gruppi parlamentari ed esponenti dei partiti, nell’organizzazione di una libera manifestazione pubblica in Piazza Montecitorio a Roma il 7 ottobre 2020 e nella programmazione dei prossimi Stati Generali dei Sindacati Militari prevista per il 13 e 14 luglio 2021. Tutte iniziative tese a fare in modo che il Legislatore prenda consapevolezza della necessità di addivenire ad un testo di legge che “protegga” il lavoratore finanziere da potenziali “distorsioni” nei normali rapporti di lavoro con l’Amministrazione.

Di certo, ci aspettano mesi ancora molto duri e complessi, prima di poter raggiungere il giusto equilibrio e ottenere la forza necessaria per agire con il pieno riconoscimento giuridico. Saranno mesi nei quali il Si.Na.Fi. sarà chiamato senz’altro a confrontarsi, ma anche a scontrarsi con le Amministrazioni e con i Governi di turno, che fanno ancora tanta fatica, nonostante che una sentenza storica della Corte Costituzionale abbia legittimato l’esistenza e l’operatività dei sindacati militari, ad accettare e agevolare quel processo di cambiamento culturale necessario a creare le giuste condizioni ambientali per instaurare delle corrette e proficue relazioni sindacali.

Gli obiettivi programmatici.

Il SI.NA.FI. si pone come obbiettivo il raggiungimento del massimo livello di tutela dei Finanzieri di ogni ordine e grado attraverso il concreto riconoscimento dei loro diritti di lavoratori. Occorre recepire le legittime rivendicazioni di questi ultimi e veicolarle verso l’Amministrazione con il necessario e consueto spirito costruttivo e collaborativo affinché si migliorino le condizioni lavorative ed il benessere organizzativo generale, nell’interesse di tutte le parti in causa, senza mai scivolare in uno sterile e dannoso corporativismo che farebbe perdere di vista gli obiettivi prioritari di cui necessita la collettività. Occorre fare in modo che le segnalazioni del personale rappresentato siano parte di una più ampia e diretta azione propulsiva in sede locale, incontrando sul territorio il personale anche sui luoghi di lavoro per acquisire i necessari elementi di conoscenza sulla sua condizione lavorativa.

In tutto questo agire non sfugge che la rappresentatività di qualsiasi tipo di associazione, in quanto tale, e, nello specifico, del SI.NA.FI. nei confronti dell’Amministrazione e degli altri interlocutori dipende e, soprattutto, dipenderà dal numero dei soci che sarà in grado di attrarre verso di sé. L’efficacia della sua azione di tutela sarà inesorabilmente condizionata dal numero dei suoi iscritti e passerà inesorabilmente per la credibilità che sarà in grado di dimostrare.

Il sostegno di un numero considerevole di iscritti, anche mediante la quota d’iscrizione, permette infatti di essere liberi e autonomi da condizionamenti, nonché di formare e strutturare una squadra di dirigenti e attivisti fortemente motivata e disposta a fare tante rinunce personali per alimentare, con idee innovative, azioni positive e con una presenza e vicinanza costante agli iscritti, quel nobile contenitore di valori comuni che è il Si.Na.Fi.

Su come fare proselitismo e ottenere il maggior numero di consensi si potrà valutare l’apertura di un tavolo di lavoro nazionale per affrontare in maniera organica l’importantissima tematica. E’ infatti necessario tendere alla massima uniformità territoriale delle iscrizioni cercando di coprire, quanto prima, le aree geografiche in cui vi sono state particolari difficoltà in tali termini.

L’obiettivo di incrementare il numero dei soci non appare ragionevolmente conseguibile senza una corretta strategia tesa a fidelizzare coloro che sono già iscritti e che rappresentano, per così dire, lo “zoccolo duro” dal quale partire per il consolidamento e per la crescita dell’organizzazione. Per fare questo, un ruolo fondamentale riveste il dialogo con il personale, sviluppando il concetto di un sindacato “di prossimità”, per il quale occorrerà mettere in campo le migliori risorse e fare in modo che nessuna voce rimanga inascoltata e che vengano sempre fornite risposte connotate dalla giusta professionalità e tecnicismo.

La consapevolezza del fatto che la costituzione del Sindacato Nazionale Finanzieri non costituisce un punto di arrivo ma solo un punto di partenza per un progetto più ampio, sia in termini di ampiezza delle tutele che di consolidamento nel tempo, impone di dover assumere iniziative specifiche in vista di un prossimo, possibile e fisiologico ricambio generazionale del quadro dirigente che ha portato avanti in questi anni la “battaglia ideale” per l’ottenimento del diritto alla sindacalizzazione. Uno degli obiettivi già perseguiti è quindi quello di coinvolgere i giovani e di formarli sui temi sindacali, far loro comprendere quale sia la vitale importanza del Sindacato ed inserire loro, gradualmente, nei meccanismi direttivi/dirigenti.

Il coinvolgimento dei giovani colleghi deve poi andare di pari passo con il coinvolgimento delle donne, in perfetta linea con le previsioni statutarie che puntano al coinvolgimento e all’aggregazione delle donne e dei giovani ai fini di una loro presenza adeguata e di un ruolo pieno nel sindacato.

In ultimo, la tutela del personale non può prescindere da una adeguata tutela di chi esercita le proprie prerogative di dirigente sindacale. Sotto tale profilo, sarà necessario perseguire con la massima determinazione l’obiettivo di fare in modo che la norma in via di emanazione contenga disposizioni precise sia su prerogative, diritti e tutele dei dirigenti sindacali, sia su regime sanzionatorio di eventuali condotte antisindacali.

In conclusione, oggi ci si assume l’impegno di dare continuità all’azione sin qui svolta da tutte le strutture del Si.Na.Fi., regionali e nazionali, implementandola con nuove e lungimiranti progettualità che rendano concreto e consolidato il ruolo svolto a tutela di tutto il personale della Guardia di Finanza.

Documento approvato all’unanimità.

                                                                  Il Congresso Nazionale Si.Na.Fi.

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