Libertà sindacali del personale militare. Le Organizzazioni sindacali rivendicano il proprio ruolo sociale e scrivono al Presidente del Consiglio dei Ministri.

Nella giornata di ieri 02 settembre 2021, diciassette sigle dei sindacati militari hanno avviato le iniziative preannunciate con lo stato di agitazione proclamato in esito ai lavori dei primi Stati Generali dei Sindacati Militari tenutisi il 13 e 14 luglio 2021. Il Sindacato Nazionale Finanzieri, unitamente ad altri sedici sindacati militari, ha infatti inviato una

Nella giornata di ieri 02 settembre 2021, diciassette sigle dei sindacati militari hanno avviato le iniziative preannunciate con lo stato di agitazione proclamato in esito ai lavori dei primi Stati Generali dei Sindacati Militari tenutisi il 13 e 14 luglio 2021.

Il Sindacato Nazionale Finanzieri, unitamente ad altri sedici sindacati militari, ha infatti inviato una lettera al Presidente del Consiglio, ai Ministri della Difesa, dell’Economia e delle Finanze e dei Trasporti, nonché al Capo di Stato Maggiore della Difesa, ai Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate ed ai Comandanti Generali della Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri, con la quale si è inteso stigmatizzare la pressoché totale mancanza di ogni forma di dialogo o interazione con le Amministrazioni, che dovrebbero costituire le normali relazioni sindacali, nonché l’indifferenza totale mostrata dalle stesse riguardo alle innumerevoli e legittime rivendicazioni poste in essere, nel tempo, dalle OO.SS..

Nella missiva è stato messo in evidenza come, a distanza di oltre tre anni dalla nota pronuncia n. 120/2018 del Giudice delle Leggi e nonostante le molteplici iniziative e appelli formulati, il processo di sindacalizzazione risulti volutamente svilito e distorto a causa di timori ingiustificati e veti perentori che sono stati posti. Un’impostazione, questa, connotata da una evidente disattenzione verso un dibattito costruttivo per la democratizzazione della rappresentatività del personale, disancorata da qualsivoglia volontà di costruire bilateralmente, con un confronto costruttivo, un percorso che potesse accompagnare questo processo di cambiamento.

Difatti, persiste ancora oggi, a distanza di tre anni, la necessità di predisporre le occorrenti misure organizzative, amministrative e contabili volte a consentire la possibilità di conferire le contribuzioni sindacali da parte degli associati, attraverso le trattenute in busta paga, come avviene normalmente in tutti i settori professionali.

Per non parlare, poi, della coerente esigenza e necessità, che costituisce l’essenza delle attività dell’Organizzazione sindacale, di favorire e consentire alle OO.SS. la possibilità di incontrare il personale direttamente nelle sedi di servizio e impiego, mettendo a disposizione appositi locali ubicati all’interno dei luoghi di lavoro, al fine di agevolare un’interlocuzione dialettica, sia a livello centrale, sia tra le strutture sindacali periferiche e i corrispondenti comandi territoriali. Prerogative sindacali oggi totalmente precluse, che invece non necessitano di alcuna ulteriore legge per essere esercitate.

Questo stato di fatto ha indotto quindi le Organizzazioni sindacali militari a rivendicare il proprio ruolo sociale, invitando le Autorità governative ad emanare precise disposizioni alle Amministrazioni di riferimento, al fine di dare avvio, anche previo un tavolo paritetico di confronto, alle corrette, fruibili e proficue attività e relazioni sindacali già esercitabili, fondamentali per l’esistenza in vita delle OO.SS..

ASSODIPROMIL – ASSOMIL – LRM – NSC – SCUDO – SIAM – SIAMO – SILCA – SILMA – SILME – SILMM – SIM MARINA – SINAG – SINAFI – UNARMA – USIF – USMIA

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